FAVOLE AL TELEFONO
di Bluemotion
[adatto a uomini e donne dai 6 ai 158 anni]
ideazione e regia Giorgina Pi
soundscape Valerio Vigliar
una produzione Angelo Mai – Bluemotion
Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica,
sarebbe scoperta l’arte di inventare
Novalis
Gianni Rodari scriveva che “nella struttura della fiaba si ripete la struttura del rito” e che “le fiabe, insomma, sarebbero nate per caduta dal mondo sacro al mondo laico: come per caduta sono approdati al mondo infantile, ridotti a giocattoli, oggetti che in ere precedenti sono stati oggetti rituali e culturali. Per esempio le bambole, la trottola. Ma non c’è, all’origine del teatro, uno stesso processo dal sacro al profano?”.
Lo slancio rituale che può legare la favola e il teatro ce l’ha suggerito l’idea dell’apparecchio telefonico usato in una finta lontananza.
L’ispirazione invece è arrivata da un libro che ci veniva spesso letto da bambini: Favole al Telefono di Gianni Rodari.
Il progetto FAVOLE AL TELEFONO di Bluemotion nasce dall’incontro di due elementi portanti della nostra ricerca. Il primo riguarda la costruzione di dispositivi performativi e visivi che facilitino, indaghino la sfera della comunicazione tra due individui. Il secondo invece è la riflessione sul racconto come dono, sulla sua capacità di essere strumento di ascolto e dialogo.
Il dispositivo per Bluemotion è lo strumento necessario a creare un rito. Un rito laico, certamente, ma che sappia offrire la possibilità di sentirsi in un meccanismo comunitario.
Nel caso di FAVOLE AL TELEFONO il mezzo è il telefono col filo, caduto in disuso da anni, così come la limitazione a muoversi in uno spazio ridotto durante una conversazione telefonica. Questa costrizione spaziale provoca un senso di smarrimento, ma anche di intimità. Di solitudine, ma anche di stupore.
Si tratta di un’esperienza breve di dialogo telefonico con una persona sconosciuta. E ciò che si ascolta è una favola. Lo spazio ordinato e in penombra ospita la caotica gamma di favole che si nasconde dietro la cornetta (gli attori sono situati in una sorta di call center), protegge il segreto che lega due persone che parlano al telefono senza conoscersi.
E in questo piccolo incontro misterioso le favole diventano cartografie di vite, riti di passaggio, appunti di fantastica.